La nostra storia .. tutta da scoprire

I principali luoghi della storia di una comunità nata intorno ad un palazzo di campagna

Le torri costiere nel regno di Napoli

L’ espansionismo ottomano e turco nel Mediterraneo,dopo la presa di Costantinopoli trasforma la pirateria in un attacco sistematico agli stati rivieraschi. La guerra “corsara” rappresenta fonte di notevoli redditi e uno strumento insostituibile per il controllo delle rotte marine. Le piccole roccaforti non hanno il compito di organizzare la difesa in loco, ma l’ obiettivo di consentire una tempestiva organizzazione della difesa delle popolazioni locali ed una efficace mobilitazione della marineria. Il programma di costruzione delle torri impegna il governo vicereale per oltre mezzo secolo. Nel 1563 con una serie di ordinanze del Vicerè, lo stato inizia l’ edificazione del complesso sistema con la costruzione di nuove torri e l’ esproprio ai privati di quelle preesistenti.
La realizzazione del programma procede molto lentamente a causa dell’ alto costo ripartito solo tra le università rivierasche ed arriva a compimento solo dopo l’ imposizione del contributo anche alle università dell’ interno prossime alla costa. La cartografia antica della Basilicata registra puntualm
ente la presenza delle torri lungo le coste. La localizzazione spesso non è esatta e completa tanto che tale documentazione non può ritenersi probante dell’ esistenza o meno dell’ edificio.

Il funzionamento del sistema d’avvistamento delle torri costiere

Il guardiano della torre una volta avvistato i vascelli barbareschi, dava il segnale con un colpo di cannoncino suonando a distesa la campana della torre, nel caso di avvistamento notturno, invece, si accendeva un gran fuoco sul solaio della torre.
I primi a percepire il segnale erano i soldati di marina che correvano a dare l’allarme alle masserie vicine e alla città costiera più prossima, se nel porto di questa c’era un vascello , questo cercava di partire per intercettare i pirati e segnalarli a qualche nave più grossa.
Dalla città , intanto, si facevano segnali alle altri torri costiere avvisando il più vicino Castello o Terra feudale. Qui era radunata la cavalleria feudale lanciata poi ad intercettare i pirati nel frattempo sbarcati per depredare il territorio.

Torre Dino

Nelle torri di avvistamento e difesa che punteggiano il litorale calabrese, c'è una radicale differenziazione tipologica tra quelle di età vicereale: sul litorale tirrenico settentrionale, così come sulla costa campana e lucana, sono quadrangolari, con tipici merli-caditoie; su quello jonico, invece, si trovano quasi esclusivamente torri circolari a base troncoconica. Solo sporadicamente si trovano piccoli fortilizi a pianta quadrangolare o poligonale con bastioncini angolari, per lo più residenze fortificate (Castello Sabatini a Cirò Marina, Torre Melissa, Torre Scifa presso Capocolonna, S. Fili a Stignano)


La Torre Dino , pertanto, con la sua pianta circolare, si discosta dalle altre strutture di avvistamento presenti sulla nostra costa.

Di epoca angioina conosciuta dai sannicolesi come “ U semafuru”, era una torre di segnalazione adibita nei secoli a faro ed a sistema di comunicazione e sostituiva in parte l’attuale telegrafo ottico ancora in uso sulle navi.
Nel corso dei secoli l’originaria struttura è stata oggetto di rifacimenti, attualmente è di proprietà privata.